Cecità di José Saramago

Cecità di José Saramago

Novembre 12, 2020 0 Di beppe orlando

Cecità è il racconto  della regressione dell’essere umano che, a seguito di un’epidemia globale di cecità, smarrisce i riferimenti morali e sociali e precipita improvvisamente in una condizione quasi primitiva, ridotta  ai bisogni primordiali di sopravvivenza ed alla lotta feroce per non soccombere.

Una lotta brutale e violenta che non risparmia nessuno ma che diventa anche resistenza contro la barbarie fuori e dentro di sé da parte di un gruppo di ciechi che diventeranno i protagonisti della storia guidati da una donna, l’unica ad aver mantenuto la vista Sarà lei, l’unica condannata dal destino a vedere l’orrido frutto del degrado umano, a portarli in salvo anche a costo di ergersi a giudice e carnefice.

L’autore tramite la metafora della cecità ci svela quanto, in fondo, sia facile per l’essere umano annullare secoli di civiltà e di umanità smarrendo l’anima che non può considerarsi quindi come dono eterno, bensì una costruzione lenta, difficile avvenuta in millenni di storia: un deposito di valori umani , di riferimenti etici e morali plasmati in una forma di convivenza condivisa, da arricchire e difendere continuamente pena il perdersi in una cieca bestialità.

Tutto questo nel racconto viene spazzato via in brevissimo tempo dalla paura di non sopravvivere, paura che mette gli essere umani uno contro l’altro senza più regole se non quelle della sopraffazione e che li riduce peggio che bestie, lordi dei loro escrementi in cerca continua di cibo e di riparo. “La paura acceca, disse la ragazza dagli occhiali scuri, eravamo già ciechi nel momento in cui lo siamo diventati, la paura ci ha accecato, la paura ci manterrà ciechi” “secondo me non siamo diventati ciechi, secondo me lo siamo, ciechi che vedono, ciechi che pur vedendo non vedono”

Una lezione da non dimenticare anche alla luce degli avvenimenti odierni. Una storia distopica, potente e senza tregua che sembra raccontata da un’entità astratta capace di osservare i fatti con distacco, a tratti anche con spunti ironici, di leggere nei pensieri singoli e collettivi , quasi commentasse un esperimento sulla condizione umana, la cui originale scrittura, con poche punteggiature e con i dialoghi, scritti senza distinguerli, uno di seguito all’altro, quasi a mettere il lettore nei panni dei protagonisti , senza sapere a chi appartengano, amplifica l’atmosfera di spaesamento che accompagna il lettore fin dalle prime pagine del libro contribuendo alla sua unicità.

Un racconto dove brilla di luce propria l’intenso personaggio della donna che non ha perso il dono della vista . L’unica che proprio in quanto vede, riesce, seppur in condizioni disumane, a non perdere la dignità morale e a non farla perdere ai suoi compagni. Scelta tra tutti , forse per il suo atto altruistico iniziale, affinchè diventi testimone della deriva che l’umanità rischia se si rifiuta di vedere dove sta andando, il suo esempio sarà monito e salvezza. Una sorta di Arca di Noè dell’umanità.

Assolutamente da non perdere