Quaderno proibito – un libro di Alba De Céspedes

Quaderno proibito – un libro di Alba De Céspedes

Ottobre 31, 2025 0 Di beppe orlando

Roma, 1950

Una domenica mattina Valeria Cossato esce di casa  per andare a comprare le sigarette per il marito, ma una  volta  nel negozio non resiste alla tentazione   di acquistare anche un quaderno nero, simile in tutto e per tutto  a quelli che usava a scuola e sui quali scriveva per prima cosa il suo nome:  “…Ero ormai  Mammá per tutti, dopo pochi mesi avrei udito Marina dire “mia suocera” e in breve qualcuno chiamarmi nonna  e allora fui colta da un desiderio irrefrenabile di possederlo, speravo che in esso avrei potuto esaurire senza colpa il segreto desiderio di essere ancora Valeria, ma da allora è incominciata la mia inquietudine..”

Valeria ha compreso subito, una  volta rientrata a casa, che la sua vita non sarebbe stata più la stessa , con quel quaderno acquistato d’impulso e che sente di dover nascondere a marito e figli: “ho fatto male a comprare questo quaderno, malissimo, ma ormai è troppo tardi per rammaricarsene” e con la tentazione, che presto si fa bisogno impellente,  di riempirne  le pagine bianche per  liberare quel “ fiume ricco che scorre in me e mi duole come quando avevo troppo latte” .

E così quel quaderno comprato d’istinto, quasi a seguire una voce interiore, diventa  un diario da aggiornare di nascosto, di notte quando tutti dormono, perché quel che  Valeria  cerca  tra quelle pagine da riempire è la conferma di qualcosa che sente nel profondo e che nel contempo le incute timore , qualcosa che lei stessa fatica a definire ma che sente vitale, da cogliere al volo, come un’energia nuova e ribelle, quasi peccaminosa.

Lentamente, pagina dopo pagina, Valeria si racconta senza riserve e mentre lo fa si scopre ogni giorno diversa. É come se ad ogni pagina scritta componesse una parte di sé che prima non esisteva, come se la scrittura fosse uno scalpello col quale dare forma ad un’identità nuova . Un’identità che però non riesce ad uscire dalle pagine del diario senza andare contro le convenzioni dell’epoca, senza confliggere con l’identità stereotipata che la esaurisce nel ruolo di madre e moglie, un conflitto che le toglie certezze: “….ho sempre appartenuto a lui, ai ragazzi, adesso invece talvolta mi pare di essere legata a tutti pur senza appartenere a nessuno. Mi sembra che una donna debba sempre appartenere a qualcuno per essere felice..”

La nuova Valeria fatica a tenersi in equilibrio e a cercare di tenere tutto insieme: le confessioni notturne col diario, diventato il suo alter ego e l’influenza delle convenzioni figlie dell’educazione ricevuta e che ormai fanno parte di lei in maniera indelebile; un sentimento nuovo che le pagine del diario hanno reso concreto e il modo di vivere libero e anti convenzionale della figlia che, se da una parte biasima con convinzione, dall’altra non può che riconoscere affine ai suoi desideri nascosti nel quaderno; l’insicurezza del figlio, a disagio in un mondo che, anche se lentamente, inizia a mettere in discussione i privilegi maschili ed il marito che di quei privilegi é l’incarnazione.

Valeria è come una faglia tra due mondi che spingono in direzioni diverse, una faglia silenziosa che assorbe tutte le scosse del cambiamento, perché figlia di uno e madre dell’altro: “..sento tutto in me confusamente e non posso parlarne a mia madre né a mia figlia perché nessuna delle due comprenderebbe: appartengono a due mondi diversi, l’uno che è finito con quel tempo, l’altro che è nato da esso. Ed in me questo due mondi si scontrano facendomi gemere. Forse è per questo che spesso mi sento priva di qualsiasi consistenza. Forse io sono solo questo passaggio, questo scontro”.

Ed è proprio la lucida consapevolezza che la protagonista ha del conflitto tra la nuova sé assetata di vita propria che la forza della scrittura ha partorito e la Valeria forgiata sull’altare delle convenzioni maschili, a rappresentare la grandezza di questo romanzo che quanto più svela, mimetizzandoli nel racconto, i meccanismi silenziosi ed implacabili del patriarcato, più rivela il suo carattere politico.

Come scrive Nadia Terranova nella prefazione di questo bellissimo romanzo, se capiamo il significato di questo romanzo, se capiamo Valeria, le capiamo tutte: le madri e le nonne che sembravano immobili nei loro ruoli, e invece sono state più rivoluzionarie di noi.