Come un Respiro di F. Ozpetek

Una casa, che “ha la capacità di trattenere le emozioni come un essere umano fa con il
respiro”, diventa teatro di un evento tragico che segna per sempre il destino di due sorelle,
così simili ed inseparabili. Destino che si ricompone dopo cinquant’anni in quella stessa
casa dove tutto è iniziato, alla presenza di tre giovani coppie che, in una sorta di pièce
teatrale, diventano, loro malgrado, testimoni e spettatori dell’epilogo di una storia che si
snoda tra passato e presente, tra Roma e Istanbul , e che si svela al lettore in una sorta di
doppio racconto, all’insegna dell’ambiguità e dell’inganno.

La doppiezza diventa così la costante del racconto: due scansioni luogo- temporali; due
domeniche che segnano l’inizio e la fine della storia; due sorelle artefici di altrettanti racconti
solo all’apparenza simili e due verità, sottolineate dal colpo di scena finale.
Una doppiezza alla quale non si sottraggono neppure i convitati al pranzo domenicale con il
quale si apre il romanzo, che si riveleranno portatori di un intreccio di segreti e di sensi di
colpa che l’autore svelerà, con sapiente delicatezza e con un’intrigante scelta di tempo,
contestualmente allo svelarsi di quelli raccontati dalle due sorelle, quasi che questi ultimi
abbiano lo scopo di generare negli ospiti una presa di coscienza dei loro veri sentimenti.

Un romanzo sul mistero e l’ambiguità della verità, fragile quanto l’essere umano: “la verità ha
bisogno di tempo per essere svelata. E poi chi può affermare, senza ombra di di dubbio, che
esista una sola verità?