
Cambiare l’acqua ai fiori di Valerie Perrin
Amore e Morte si intrecciano in questo romanzo che ci racconta la storia di Violette, guardiana del cimitero di Brancion-en-Chalon in Borgogna.
Violette, voce narrante si presenta, nelle prime righe, come la “guardiana del cimitero che la sera quando il cancello del cimitero è chiuso si sente in paradiso” e procedendo a ritroso nel tempo inizia il racconto della sua storia. Rifiutata dalla madre cresce con poca istruzione tra diverse case famiglia fino a che, diciottenne, incontrerà Philippe di dieci anni più grande, che inizialmente la farà sentire in paradiso per poi portarla invece all’inferno e con il quale avrà una figlia, Leonine.
Violette, continuando il racconto, ci porta, quasi per mano come se sfogliasse l’album dei ricordi, a scoprire lentamente il suo indicibile segreto, trasformandoci così in testimoni e compagni di questo viaggio al centro del dolore. Comprenderemo gli eventi che la porteranno in quel cimitero e di come, proprio in quel posto ai margini del mondo, popolato da chi non c’è più, riuscirà, grazie ad una forza interiore, una sensibilità ed un amore per la vita straordinarie, a sopravvivere a quell’evento tragico che è il cuore della storia e che si svelerà compiutamente solo nelle ultime pagine.
Quel piccolo cimitero, diventa quindi il luogo dell’anima di Violette, la sua isola, dove rimargina le ferite e dove scopre la bellezza e l’amore per le piccole cose, riuscendo a dare un senso alla sua esistenza attraverso un apparente paradosso: ritrovare la vita dove di solito la vita finisce. Diventa così un punto di riferimento della comunità che gravita intorno al cimitero: ha sempre una buona parola per chi rimane solo, cura con affetto e grazia l’aspetto delle tombe, anche grazie ai fiori che coltiva direttamente. Nella piccola casa attigua ospita sempre qualcuno: il prete, i necrofori dai nomi improbabili e a volte qualche visitatore. Ma quel piccolo cimitero diventa anche, grazie all’apparizione di un commissario di polizia che si presenta con un’inconsueta richiesta e che fin da subito lascia il segno nell’animo di lei , lo sfondo ideale per lo sviluppo e l’intreccio di altre storie tra passato e presente, tra vivi e morti, storie che contribuiranno a far rifiorire in Violette sentimenti dimenticati.
Un libro che ti affascina e ti coinvolge fin dalle prime pagine sia per la struttura del racconto: quell’ avanzare per gradi verso la verità, svelando lentamente, un pezzo alla volta, le cause, i retroscena ed i colpevoli del tragico evento; sia per la sensibilità e l’abilità nel tratteggiare i protagonisti, tra i quali spiccano, oltre a Violette, bella e misteriosa, dotata di una grazia innata, che sembra presa di mira dal destino; Julien il commissario dagli occhi neri, aggraziato e solitario; Philippe, marito di Violette, il personaggio negativo del libro che sembra sempre fuggire da qualcosa e Sasha, il precedente guardiano del cimitero, una sorta di eremita. Sarà lui a passare il testimone a Violette insegnandole un nuovo approccio alla vita.
Una storia dura, a tratti crudele alla quale fa da contraltare quel metamondo che è il piccolo cimitero in Borgogna, un non luogo ai margini della vita, una sorta di officina delle anime ferite dove all’ombra della morte la vita rinasce nella sua essenza: un’”invenzione letteraria” che ci regala una felice suggestione. Un libro che vorresti non finisse e assolutamente da non perdere