
Come uno specchio deformato
Se qualcuno, ancora, non avesse compreso quanto la qualità dell’informazione determini quella della democrazia, dovrebbe ringraziare la nuova amministrazione Trump che meglio non poteva esordire, in queste prime settimane, per rendere così plasticamente e cosī efficacemente il rapporto, diretto ed intrinseco, tra l’alterazione della verità, trasformata come l’immagine trasmessa da uno specchio deformato, e la gestione di un potere concepito senza limiti, alla stregua di un’investitura divina.
La necessità di deformare la realtà per asservirla, nelle nuove vesti, ad una narrazione che diventi missione salvifica di un popolo smarrito è tipica delle dittature e prodromica alla trasformazione in esse delle democrazie. Un potere per essere illimitato nel tempo e nello spazio necessita, per essere giustificato, della riscrittura della Storia che perde così il suo carattere “neutro” per trasformarsi in una ricerca ossessiva del male e del bene, dei colpevoli da mettere alla gogna, da “eliminare” per purificare il “nuovo mondo” . Un mondo nuovo reso libero dal “peccato originale”, creato ad immagine e somiglianza del suo creatore, libero dalla Storia e dalle responsabilità e che come in un circolo vizioso, non può più prescindere dal culto di chi lo ha creato: una schiavitù camuffata da libertà.
Spesso ci chiediamo come siano stati possibili gli orrori del Novecento, l’asservimento di interi popoli alle follie purificatrici dei loro Leader, credendo impossibile solo il pensiero che potessero ripetersi. Ma la psiche umana funziona sempre allo stesso modo: si inizia dalla paura e dallo smarrimento, sentimenti opportunamente dilatati da politici senza scrupoli e avidi di potere, per arrivare poi alla rassicurante individuazione dei colpevoli di tanta incertezza ed alla trasformazione liberatoria del popolo in carnefice, che rinasce così sulle ceneri del passato.
Chi come me ha avuto la fortuna di nascere e vivere (finora) nel tempo e nella parte di mondo che faceva del rispetto delle regole e della divisione dei poteri e quindi del loro limite, le fondamenta delle proprie organizzazioni sociali e statuali , realizzando così , seppur tra mille difficoltà, lo spirito democratico, assiste sgomento alla trasformazione di un paese/continente che rappresenta la metà di quel mondo, dal quale ha deciso di staccarsi per cercare, ancora volta, una nuova terra di conquista, e riscrivere la sua e la nostra Storia.
Caro Beppe hai (come sempre)scritto in modo esemplare (sei stato un bravissimo bancario ma come scrittore/blogger/recensore ancora di più)
Il tuo sgomento è anche il mio.Siamo di fronte a una pericolosa deriva autoritaria ultranazionalista e populista di cui non ci rendiamo abbastanza conto con i (tante troppi) seguaci pervasi da una fede messianica verso l’uomo “salvato da Dio” per portare avanti il suo compito .
Come uno sceriffo del saloon del nuovo millennio è rientrato nella scena internazionale dettando le nuove regole.E’ lecito pretendere la Groenlandia o cercare di aggiungere il Canada agli Usa come è comprensibile che Putin invada e annetta territori di uno stato sovrano È lecito cancellare i diritti di un popolo ad avere uno stato cacciandoli dalla propria terra tanto ci saranno l’Egitto e la Giordania che si convinceranno in qualche modo.(e in caso estremo c’è il Sinai).Non è lecito però per la Cina ammettersi Taiwan perché è uno stato sovrano.Una bizzarra interpretazione dei diritti e dell’integrità territoriale da parte “dell’uomo di pace” .Il paradosso è che questo concetto si sta radicando con convinzione un po’ dappertutto:”ci voleva uno come lui per fare finire tutto”….”è un po’ sopra le righe ma almeno fa i fatti”.
Il “mediatore”Trump rispetta i forti (Putin) perché fondamentalmente tra bulli ci si capisce ..E chi lo poteva essere e ha perso l’occasione(l’Europa) è un alleato scomodo e ingrato”ci ha trattato malissimo e si comporta peggio dei nostri nemici”.. È molto più comodo trattare con ogni singolo stato così si tratta con facilità da una posizione di forza…E se l’alleato è remissivo e plaudente forse ci scappa uno sconto sui dazi….
L’Europa è la vera sconfitta .Trascinata prima da Biden e Boris Johnson in un supporto incondizionato verso l’Ucraina per farle vincere la guerra con slogan di propaganda bellica “La Russia è al collasso..ha munizioni per 3 settimane..le sanzioni la stanno mettendo al collasso “”
Non ci sono riusciti Napoleone e Hitler ma “Zelensky con il nostro appoggio c’è la farà “..
Un mese dopo lo scoppio della guerra la pace era a un passo e l’Europa poteva giocare un ruolo ma non l’ha fatto.
Con l’export bloccato verso la Russia e l’embargo del gas e la crisi della Germania come paese trainante la situazione si è complicata.
Trump sta dando il colpo di grazia a un’Europa sempre più debole e divisa con i sovranisti sempre più spavaldi..Ora inizieranno le prese di distanza da Zelensky che passerà da eroe osannato nei parlamenti a persona scomoda e un po’ imbarazzante..
Vediamo cosa farà la Meloni,Trumpiana di ferro ed europeista ma sostenitrice della causa Ucraina che da tempo sta un po’ troppo zitta.Ci pensa Salvini a plaudire Trump.e ben vengano i dazi che piaceranno tanto agli artigiani imprenditori vessati dallo stato e presi in giro dal suo leader…
E vanno bene l’aumento delle spese per la difesa al 3% .. Sanità e stato sociale,possono attendere…
Che tristezza Beppe…cosa ci tocca vedere e sentire
Tristezza e sgomento..questo ci rimane..oltre ad un Presidente della Repubblica che mi sa rimpiangeremo assai..l’unico capace di dire la verità con poche parole..
L’Europa è rimasta sola a rappresentare i valori liberal democratici ..ma solo una vera Unione Europea potrà difenderli..
Grazie per il tuo solito acume e per i complimenti che contraccambio
A presto
Grande ! hai reso perfettamente ciò che tanto dii noi pensano ma non esprimiamo
grazie
agata
Grazie del commento. A presto