Il mistero della stanza blu – un libro di Riku Onda
Ma cos’è la verità? In questo giallo quasi metafisico, che stravolge i canoni classici del genere, la ricerca del colpevole si accompagna alla riflessione sulla verità e sull’origine del male, una verità poliedrica e sfuggente, come la ricostruzione tardiva di quel che accadde trent’anni prima, quando, nella città giapponese di K., diciasette persone morirono avvelenate, durante una festa di compleanno organizzata nella dimora di una famiglia facoltosa
Una bambina, unica sopravissuta della famiglia, priva della vista ma dotata di un magnetismo particolare, il fattorino, messaggero di morte, che ha consegnato materialmente le bevande avvelenate e trovato morto suicida, una poesia ed un nome dal significato incomprensibile trovata sul luogo del crimine, una misteriosa stanza blu con fiori bianchi ed un libro che racconta quanto avvenne allora, scritto dieci anni dopo da una testimone dei fatti, sono i pezzi di un puzzle al quale sembra sempre mancare quello decisivo.
In un’atmosfera quasi soprannaturale, niente sembra certo davvero. Ogni ricostruzione dei fatti risente della fragilità di ricordi fiaccati dal tempo e dalla parzialità delle testimonianze, privando chi indaga della necessaria visione globale. Tocca cosí al lettore raccogliere la sfida e provare a comporre il mistero e a scrivere, forse, la parola fine ad un giallo sopraffino che sembra ideato da un enigmista e che nella scelta di farlo “scrivere” a più mani pare ispirarsi (citato) a “Quarto Potere” di O.Welles , compreso il nome misterioso da decifrare…
Quello che fa di questo racconto corale un’opera assolutamente originale e da non perdere risiede nell’ intuizione di assegnare all’indagine il compito del racconto, una sorta di prima persona collettiva. Un’indagine che si fa protagonista anch’essa, condotta da quella “voce” fuori campo che cerca di unire tutti i punti sparsi per arrivare ad un disegno che abbia un senso. Un’indagine che si trasforma in una doppia sfida: al lettore e al presunto vero colpevole e che mentre si fa pericolosa e foriera di tragiche conseguenze al suo evolversi, svelando così il suo vero intento, coinvolge, proprio per il suo divenire , il lettore, quasi fosse un gioco interattivo.
Il New York Times ha definito “Il mistero della stanza blu” un giallo “raffinato”. Tutto in questo libro ha la perfezione dell’imperfezione, del non compiuto. Ogni cosa sembra nascondere un mistero. E cosa c’è di più seducente ed elegante che il celarsi, anticamera dello svelamento?