
Il piccolo libraio di Archangelsk di George Simenon
“Fu un errore mentire. Se ne rese conto nel momento stesso in cui apriva bocca per rispondere a Fernand Le Bouc..” Inizia così, insieme ai tormenti di Jonas Milik, la storia del piccolo libraio di Vieux Marchè. Una bugia pronunciata d’istinto e dettata dal pudore, lo obbligherà , in un intreccio perverso, a coprirla con altre ancora, fino a diventare il sospettato principale delll’improvvisa sparizione di Gina, la più bella ragazza del Mercato, “ le cui avventure non erano un segreto per nessuno”.
Jonas è un uomo debole, incapace a mostrare i propri sentimenti; un solitario che improvvisamente, per una serie di circostanze, è costretto a schiudere il suo piccolo mondo fatto di libri polverosi, di rari francobolli e di una consapevole inettitudine: “ Era un mondo nel quale si era fatto una sua cuccia, e in quel mondo, un giorno, era entrata Gina, ancheggiando e portandosi dietro un caldo odore di ascelle”
È sempre stato rispettato da quel piccolo microcosmo del Marchè, fin da quando, bambino, i suoi genitori vi si erano trasferiti dalla Russia, ma il rapporto di Jonas con l’ambiente che lo circonda è quasi parassitario : “Si era sempre sforzato, con discrezione, senza far chiasso, di vivere come loro, con loro e di essere simile a loro..” In questa sorta di simbiosi, il piccolo libraio aveva trovato un suo equilibrio, ma il matrimonio con Gina e la sua sparizione improvvisa, cambiano tutto: “ed ecco che a un tratto quell’equilibrio, perseguito con tenacia, era stato sconvolto dalla partenza di Gina con la stessa brutalità con cui un tempo la Rivoluzione aveva smembrato la sua famiglia”.
Jonas non è colpevole di nulla, se non di ignavia, dell’incapacità a prendere in mano la sua vita, preferendo vivere nell’ombra. Il suo errore è stato accettare il “patto” che prevede il matrimonio con Gina, senza capire che era un patto siglato con il diavolo, con quel mondo che fino ad allora, quasi non si era accorto di lui, e che adesso gli entrava in casa, costringendolo a svelarsi, a mettersi a nudo. L’indagine della polizia, nata dai sospetti dei vicini e alimentata dalle bugie che Jonas racconta per proteggere Gina dal pettegolezzo, lo costringerà alla fine, con un atto di resipiscenza, a fare i conti con le sue debolezze e con quel mondo diventatogli improvvisamente estraneo ed ostile.
Un thriller psicologico, un dramma raccontato come solo la penna di Simenon sa fare, con quel suo sguardo indulgente verso le debolezze umane, sublimate in personaggi universali e indimenticabili come questo Jonas, il libraio. Uno sguardo che ci invita a non giudicare. Dove iniziano e dove finiscono, infatti, se esistono, le colpe di quanto è accaduto a Jonas? Non è forse questo l’implicito messaggio che si coglie tra le righe di questo bel libro: la difficoltà, spesso, a tracciare una linea definita tra bene e male, l’eterna ambivalenza dell’essere umano, cosí ben rappresentata dal drammatico finale?
Uh! Mi fai venir voglia di leggerlo ! Bravo 😉