
La governante – un libro di Csaba dalla Zorza
“La guardo e so che sta facendo una cosa che nessuno può capire e che la sta facendo per se stessa..”
Milano. Al compimento dei sessant’anni , la nostra protagonista, è una donna di successo ma convive con un’ insoddisfazione latente nonostante la fama e la posizione raggiunta. L’inganno delle apparenze, quelle che la disegnano, in forza del successo, felice e realizzata, nascondono da tempo una verità , da lei taciuta per non tradire nessuno, salvo se stessa. Così, una sotterranea infelicità, che spinge sempre più per venire alla luce, la induce a prendere la decisione di un cambiamento , forse il più importante della sua vita ed Il genetliaco diventerà quindi l’occasione per svelarlo alla sua famiglia, riunita per i festeggiamenti.
La storia è raccontata in prima persona dalla figlia, psicoterapeuta che, presente al momento dello scioccante annuncio, inizia,così, un viaggio a ritroso nel tempo per assemblare ricordi nitidi e meno nitidi, pezzi mancanti o dimenticati, immagini e voci che erano rimaste silenti fini a quel momento ma che alla luce della rivelazione acquistano la dolorosa fisicità del crollo di certezze : “..c’è qualcosa che ti si rompe dentro quando ciò che pensavi di sapere diventa ciò che sai e fa molto più male di quanto avevo immaginato..” Lentamente, pagina dopo pagina, come nella composizione di un puzzle , emerge dai ricordi la personalità della protagonista che ha sempre fatto della bellezza e della forma uno stile di vita. Una bellezza fatta di buone maniere, regole da rispettare (….“ogni volta uguali a loro stesse, silenziose, ubbidienti e rassicuranti” per questo le ama tanto…) e di passione per le cose fatte in un certo modo perché semplicemente é così che vanno fatte. Una bellezza figlia del rispetto e della responsabilità verso se stessa e verso il mondo che gira (letteralmente) intorno a lei e che non può che seguirla incantato, perché la bellezza è contagiosa: “senza dover studiare abbiamo imparato, il modo di fare le cose non è stato insegnato ma trasfuso nel nostro sangue, gesto dopo gesto..”
Sarà chi racconta in prima persona ad accompagnare la madre in un nuovo viaggio, non più verso il passato ma verso il futuro, con destinazione la Francia ed il cambiamento voluto che si svelerà compiutamente solo nelle ultime pagine. Un viaggio che diventerà quasi un accomiatarsi dalla vita, tanto il nuovo che l’aspetta appare già come una rinascita. Sono queste le pagine più belle del libro, poetiche quasi. In una sorta di inversione di ruoli, Il figlio, che accompagna la madre verso la vita, mentre ha l’occasione di avvicinarsi come mai all’animo della madre e di amarla ancora di più se possibile deve fare i conti con il tempo che sta scadendo e che il momento ineludibile dell’addio e del tramonto definitivo di un mondo che credeva felice ma che lo ha fatto felice per davvero, è sempre più vicino: “non c’è più tempo per niente se non per accettare il cambiamento, che è la cosa più difficile che si possa chiedere ad un essere umano”.
La storia della Governante è la storia coraggiosa, perché quasi fuori tempo massimo, della liberazione dalla schiavitù di un ruolo prestabilito, da un conformismo che non lascia scelta. Un tema caro alla letteratura femminista ma che qui segue strade diverse e coraggiosamente controcorrente. Lo sguardo che l’autrice intrattiene sul ruolo della donna, infatti, non è tanto quello politico e sociale, quanto quello dell’analisi psicologica dei rapporti di forza all’interno di una società e nella sua proiezione, la famiglia, entrambe ancora troppo a misura d’uomo. Ma per farlo, sceglie come “cavia”, quasi a sfidare il politicamente corretto, (a proposito di aspettative..) una donna “privilegiata” e di successo e che, soprattutto, ama occuparsi della propria casa e della propria famiglia, riuscendo a trasformare, in un felice paradosso, il mito negativo del lavoro domestico, nel suo opposto, sublimandolo in arte: “non lo faccio perché qualcuno mi obbliga. Ho scelto di cucinare, di vivere qui momenti belli della mia giornata perché dentro le mura sicure di quella che per secoli è stata la stanza delle donne, ho avuto la fortuna di potere fare ritorno e ho trovato quello che le altre prima di me avevano desiderato lasciare.”
La Governante è un romanzo piacevolmente sorprendente , ricco di suggestioni e rimandi tenuti insieme da quel filo conduttore, che ne rappresenta il tema principale, della libertà di autodeterminarsi, di scegliere e di andare controcorrente se necessario, sfidando schemi e ruoli prestabiliti. Anche se è la donna al centro del racconto, e non poteva essere diversamente essendone la vittima principale, e questo potrebbe sembrare un romanzo femminista , in realtà le tematiche femministe questa storia le incontra per strada, per un percorso comune, giacché la strada principale è quella assai più ampia del rapporto tra le apparenze e l’esperienza reale, tra il desiderio (da reprimere) e le aspettative della Società e in ultima analisi della ricerca della felicità, ed i felici paradossi del lavoro casalingo e della forma elevata a stile di vita, rappresentate come anticamera della libertà, oltre allo scaltro e spiazzante stratagemma letterario che il lettore scoprirà nel corso del romanzo, ne sono la controprova: “ Diritto di scegliere significa poter valutare ogni opzione e decidere di fare propria quella che preferiamo. Io scelgo la Cucina perché mi fa stare bene…