La lettrice scomparsa di Fabio Stassi
Vince Corso, un insegnante precario che, per sbarcare il lunario, si inventa il mestiere di biblioterapeuta, ha sempre avuto i libri nel proprio destino, la sola eredità lasciatagli da un padre sconosciuto . E i libri, oltre a rappresentare il filo conduttore della propria esistenza, diventano, per lui, una sorte di percorso, tanto obbligato quanto ricco di suggestioni, per giungere alla soluzione di un enigma che è già tutto nel titolo di questo originale e raffinato noir. Una scomparsa che è anche un richiamo per il nostro protagonista, il “tema” della sua vita: “il destino che mi legava alla signora Parodi era parallelo al mio...”
La scomparsa come mistero da risolvere e la scomparsa come archetipo letterario, sembrano non poter fare a meno l’uno dell’altro, dopo il ritrovamento di una lista di libri che la vicina di casa aveva preso in prestito da una libreria. e che, al pari di un messaggio in bottiglia, risuonano come una richiesta d’aiuto, specie dopo il ripescaggio del cadavere dal Tevere. Il nostro biblioterapeuta , attratto nel gorgo di un indagine che appare sempre più come un gioco di specchi riflessi, dovrà districarsi in quella zona d’ombra dove realtà e finzione si intrecciano in un viluppo che sembra inestricabile fino alle ultime sorprendenti pagine che sveleranno compiutamente il mistero.
Un racconto sull’ “eterno sfiorire dell’amore”, sulla scomparsa, intesa come tradimento delle lusinghe del passato, ma anche come inganno nel tentativo di riscrivere il finale della propria storia, consegnandola all’eternità. Realtà e finzione si sfidano, quindi, in questo bel libro, dove tutto pare già scritto, e che, in una sorta di meta-narrazione ci parla soprattutto della forza della letteratura, “perchè niente esiste se non si può raccontare…”