
La strada di Francesco
“Preferisco una Chiesa accidentata, ferita e sporca per essere uscita per le strade, piuttosto che una Chiesa malata, aggrappata alle sue sicurezze, chiusa in un groviglio di ossessioni e procedimenti. Spesso ci comportiamo come controllori della grazia altrui, ma la Chiesa non è una dogana, è la Casa del Padre dove c’è posto per ciascuno con la sua vita faticosa”.
Così scriveva nel 2013 Papa Francesco, tracciando con queste parole la strada “rivoluzionaria” che la Chiesa doveva percorrere: non più una Chiesa immobile che accetta solo chi si riconosce nei “principi non negoziabili” , dove la rigidità della norma diventa chiusura e allontana da sé, ma una Chiesa che esce nelle strade, che si sporca con le difficoltà della vita, fino alla miseria non solo materiale, di ciascuno di noi, nessuno escluso.
Ma l’aspetto davvero rivoluzionario è il tentativo, non più rinviabile per una Chiesa che in Occidente conta sempre meno vocazioni e fedeli, di confrontarsi con la complessità della modernità, dove la semplice divisione tra “bene” e “male” si rivela sempre più uno strumento inservibile nella parte di mondo, libero ed individualista (nel senso dell’autodeterminazione), delle nuove forme di affettività e dello stare assieme e dove la tecnologia apre nuove frontiere (certo da disciplinare, ma non da rifiutare in toto) ad una maternità estesa e responsabile e alla “qualità” del fine vita : “Chi sono io per giudicare?” diceva spesso Francesco.
Un’allocuzione che ribalta di trecentosessanta gradi il paradigma del peccato che, mettendo in secondo piano l’aspetto della violazione della norma da sanzionare, pena l’esclusione, riconosce la “fatica del vivere” come attenuante della mancata adesione ad un comportamento virtuoso. Una postura non più da “controllori” , per riprendere il concetto espresso dal Papa., ma l’ approccio opposto che, nel tentativo di comprendere, sospende il giudizio, perché quello che conta davvero è il recupero dell’anima.
Da qui l’attenzione continua per gli ultimi della terra, per i migranti, per i carcerati: “Perché loro e non io? “ diceva Francesco nell’ultima visita a Regina Coeli , proprio qualche giorno prima di morire. Una radicalità di pensiero e di azione mutuata dalla radicalità del Cristo che gli consentiva di affrontare, proprio con la forza della ragione di un umanesimo cristiano, i potenti della Terra e le loro politiche disumane condotte nel nome di un Dio guerriero, esercitando di fatto e in solitaria quell’Autorità Morale che non ha mai avuto bisogno di essere riconosciuta data la sua forza primigenia e che è stata la vera cifra del suo magistero.
Papa Bergoglio si è fatto Francesco per “spogliare” la Chiesa, denudandola dei misteri e delle trame che da sempre ne caratterizzano le gerarchie e renderla trasparente nella sua semplice vocazione umanitaria. Una Chiesa che rinunci il più possibile alle forme e all’estetica del Potere per abbracciare il potere diffuso dell’Umanità intera . Cosa resterà delle fatiche di Franciscus lo sapremo tra pochi giorni. Sapremo se il coraggio di Bergoglio avrà un seguito sufficiente per traghettare la Chiesa nella modernità ed esserne protagonista con l’autorevolezza e la misericordia del suo messaggio originario, affinché la tecnologia non perda di vista l’umanesimo nell’edificazione del futuro o se al contrario prevarranno le forze ostili al cristianesimo povero ed in purezza predicato da Francesco e che guardano con nostalgia al passato, le stesse che purtroppo stanno crescendo nel mondo con la forza dei nazionalismi, in nome di un Dio identitario e divisivo, realizzando così un unione di intenti ed un abbraccio “ideologico” che può risultare mortale. Un vero e proprio de profundis per i veri valori cristiani.
Giusto Beppe, Papa Francesco ha aperto una strada, speriamo la Chiesa vada avanti su questo percorso.
Preghiamo, verrebbe da dire…
Grazie del commento. A presto
Caro Beppe come sempre hai scritto in modo meraviglioso..Cosa succederà nel segreto del conclave e quale linea prevarrà.?La scelta dei Papa è stata a volte uno specchio della chiesa del tempo ma più spesso sono stati gli stessi eletti a tracciare una linea che ha caratterizzato in modo importante la storia della chiesa stessa..Siamo passati dal pontificato breve e intenso di Giovanni XXIII che ha avuto nel Concilio Vaticano II il momento più significativo al pontificato tormentato di Paolo VI,un uomo mite e colto ma introverso e forse impreparato ad affrontare la rapida secolarizzazione della società post conciliare che avrebbe necessitato risposte diverse e coraggiose .
Siamo poi passati al lunghissimo pontificato di Giovanni Paolo II in cui sono stati racchiusi molteplici aspetti spesso contradditori con una rivoluzione dell’immagine del Papa a cui ha fatto da contraltare un sostanziale immobilismo dottrinale.Wojtila è stato una figura di raro carisma e di grande energia che ha suscitato da sempre una forte empatia ma che di fatto è stato un conservatore,sia per cultura che per generazione.La solidità dell’immagine della chiesa andava preservata sempre e comunque.
Papa Ratzinger ha avuto l’improbo compito della successione e di fatto ha proseguito una linea dottrinale analoga ma la componente intellettuale spiccata ne ha condizionato la carica umana..E’stato più teologo che pastore o perlomeno è stato così percepito.Tuttavia ha
avuto due pregi: è stato il primo a scoperchiare con coraggio il mondo marcio della pedofilia nella chiesa e ha avuto la rara onestà(e soprattutto il coraggio)di dimettersi quando ha ritenuto necessario farlo.Un gesto di ammissione delle difficoltà personali per certi versi unico e personalmente ammirevole.
Il papato di Francesco è stato uno spartiacque fondamentale ..Nell’immagine, minimalista, scegliendo di vivere a Santa Marta e non nell’appartamento papale,e riinunciando a ogni possibile privilegio che gli creava disagio..Nella lotta alla corruzione e ai giochi di potere all’interno del Vaticano che erano per lui inconciliabili ..E ovviamente e soprattutto nell’applicazione del messaggio Cristiano in modo quasi integrale.Il peccatore va ascoltato e non condannato ed escluso..Bisogna capire le debolezze e non erigersi a giudici .Non c’è la presunzione di possedere certezze perché non è quello il compito.
Gli aspetti peculiari sono peraltro molteplici.e con gesti e incontri inaspettati…
Come non apprezzare la visita in casa della laica Emma Bonino con una storia personale e politica per certi versi antitetica ?Non c’era in Francesco nessuna pregiudiziale ideologica perché riusciva ad andare oltre.Non c’era un tentativo di “conversione”ma solo il desiderio di trasmettere vicinanza umana e solidarietà.Un gesto semplice quanto forte e simbolico ..
Poteva fare qualcosa di più Francesco?
Forse si o forse no ma bisognava scardinare alcuni principi al momento intangibili :il sacramento del matrimonio che non permette pari accoglienza per i divorziati e la negazione delle relazioni tra persone dello stesso sesso.
Si potranno (e si dovranno )fare con il tempo delle scelte più coraggiose per superare situazioni dove non ci sono divieti dottrinali ma solo tradizioni.Penso al celibato dei preti e al ruolo marginale delle donne nella chiesa ma ovviamente i tempi sono ampi.
Francesco ha tracciato una linea che andrà seguita e sviluppata ma che per me è inevitabile pena una crisi che può diventare irreversibile..Nulla sarà come prima..I più grandi innovatori della chiesa sono stati quelli capaci di parlare con il cuore alla gente .Ha avuto più successo un Papa che si è presentato con la semplicità di un parroco di campagna o un Papa finemente intellettuale ma scarsamente empatico?
La storia parla chiaro e contiene la risposta.Ci sarà un traghettatore di compromesso(Parolin?).Ci sarà un Papa con una forte connotazione sociale che continui la linea di Francesco(Zuppi?)
O ci sarà piuttosto (come penso)un papa che verrà dall’Asia (Tagle) che da un lato continuerebbe la linea di Francesco ma che in qualche modo rappresenterebbe anche una scelta politica in un continente dove il cattolicesimo è minoritario ….
La scelta non sarà facile comunque e si capirà il coraggio della Chiesa per le sfide future .
Complimenti ancora una volta per il tuo post
Si, speriamo che lo spirito di Francesco aleggi sopra il conclave…
Grazie del tuo ricco commento