La vegetariana  – un libro di Han Kang

La vegetariana – un libro di Han Kang

Marzo 3, 2025 0 Di beppe orlando

La vita, la morte ed inevitabilmente il rapporto con il nostro corpo che condizioniamo e ci condiziona a sua volta. Quanto male facciamo al nostro corpo, anche solo rinunciando al desiderio, inteso come tensione alla vita? E quanto male ci fa il nostro corpo se non lo ascoltiamo o, al contrario, lo eleggiamo a metro di tutto ?

Yeong- hye, una moglie come tante senza grilli per la testa , in una sorta di ribellione, decide improvvisamente, dice lei a seguito di un sogno, di cancellare per sempre dalla tavola ogni cibo animale. Ma è davvero questo il motivo? o forse va ricercato nei traumi infantili cosí nebulosamente evocati dall’autrice del romanzo che, volutamente,   ci delinea un quadro incerto, un racconto sfumato della genesi di una scelta che porterà la nostra protagonista alla deriva, trascinando con sé, in un fatale delirio psicotico,  parte della sua famiglia?

Mentre la scelta, banale a prima vista, di Yeong-hye, viene vissuta dal marito e dalla famiglia di origine alla stregua di un’abiura ai valori familiari e sociali, quasi una eresia tanto scandalosa quanto foriera di reazioni violente, non  altrettanto viene percepita dal cognato, un artista visivo in cerca da tempo dell’ispirazione perduta, che, attratto dalla scoperta di un “segno particolare” , troverà  nel fisico di Yeong-hye, reso ancor più esile dal nuovo regime alimentare, oltre alla tela ideale dove stendere il suo progetto creativo, una seducente assenza di superfluo,   in grado di risvegliare in lui un desiderio da tempo sopito, dalla duplice componente erotico-artistica , che pretende di diventare realtà .

L’unione tra la visione “mistica” del corpo da preservare, purificandolo, per allontanare nel tempo il suo decadimento  e quella  di sublimarlo invece in  una visione artistica, oltre ad avere in fondo lo stesso fine ed essere ispirati dalla medesima paura,  produrrà,  realizzandosi tramite un’opera d’arte vivente,  un fatale e distruttivo corto circuito emozionale.

Ne “la vegetariana” , dove la protagonista ci viene raccontata attraverso un interessante intreccio di tre differenti sguardi , la vita si riduce all’essenza fisica, a quel corpo umano che ci è stato assegnato e che a volte ci sembra così estraneo e destinato a diventare un fardello in un decadimento che la parte razionale e irrazionale di noi, possono solo accelerare o rallentare. Una dimensione claustrofobica, quasi un’ attesa verso la fine, per fuggire dalla quale i nostri protagonisti scelgono percorsi diversi ma che parlano la stessa lingua e destinati a fondersi, perché in fondo la pazzia e l’arte non sono cosí distanti avendo in comune il desiderio di fuggire il reale.

Un libro potente che non lascia indifferenti e che attraverso la parabola della vegetariana, quasi un’allegoria, ci interroga sui limiti e le contraddizioni di un pensiero che pur accantonando la fine nell’illusione di allontanarla, in realtà ne diviene succube, come accade ai protagonisti del racconto, tanto ossessionati dalla morte , quanto poco interessati alla vita che accettano sia mediocre perché quella è la condizione che consente loro di non fare i conti con se stessi, in una sorte di eterno compromesso al ribasso.