Risplendo non brucio – un libro di Ilaria Tuti
Risplendo non brucio. Un monito ed un testamento di dirittura morale, vero filo rosso di una storia che ha come sfondo il nazismo al crepuscolo, asserragliato a difesa di se stesso ma non per questo meno feroce e nelle cui viscere Ilaria Tuti ci cala con una scrittura che ha la profondità e la precisione chirurgica di un bisturi, capace non solo di raccontarlo il male estremo del novecento ma di farcelo sentire sulla pelle, assaporare quasi.
Castello di Kransberg – Quartier generale del Fuhrer – Dicembre 1944
Il corpo di un alto ufficiale delle SS viene ritrovato senza vita ai piedi della torre. Si è buttato o è stato spinto? Cinque mesi dopo l’attentato, sventato, ad Hitler, l’ossessione del Fuhrer per i complotti è ai massimi livelli, tanto da strappare dall’inferno di Dachau il Professor Johann Maria Adami, massimo esperto in criminologia ed ex titolare di cattedra di Medicina Legale e Forense presso l’Università di Salisburgo, da dove era stato allontanato e da lì internato per le attività di aperta opposizione al regime, allo scopo di far luce sulla morte sospetta.
Risiera di San Sabba – Trieste – Dicembre 1944
Margherita Gregori, bellissima rampollo di una famiglia altolocata; una bambina nel corpo di una giovane donna, incapace di intendere e volere, e legata da un rapporto di affetto profondo con Ada Adami, medico a Trieste e figlia del famoso professore austriaco, viene trovata ancora viva nei pressi della Risiera con inequivocabili segni di tortura sul corpo simili a quelli presenti sui corpi di altre giovani donne trovate anch’esse vicine all’ex opificio e non sopravvissute al mostro. L’affetto nei confronti di Margherita porterà Ada a sentire l’obbligo morale di accertare la verità sui femminicidi seriali e di mettersi (pericolosamente) sulle tracce dell’assassino.
Il destino si è messo in moto. Padre e figlia separati dalla Storia ma soprattutto dalla pervicace coerenza con le proprie idee di lui, che lo hanno portato ad esporsi in prima persona mettendo a rischio anche la sua famiglia, ignari dell’altrui sorte si troveranno ad affrontare, senza potersi tirare indietro, un nemico feroce, invisibile e subdolo, consci di mettere in gioco non solo la propria sopravvivenza ma anche quella delle persone amate. Una sfida col male ad alto rischio condotta da entrambi seguendo strade tortuose e diverse per l’accertamento della verità ma che sembrano cercarsi nella riscoperta di un sentimento che pareva smarrito: “Erano due sopravvissuti. Lei aveva attraversato l’inferno. Lui lo aveva abitato, ne era risalito ed era tornato per raggiungerla”
Un libro da non perdere che attraverso l’accertamento della verità, autentico percorso di salvezza per entrambi i protagonisti, indaga in realtà l’essenza del male che non è un’ entità astratta ma figlio anch’esso dell’uomo. Un male che non è solo violenza e ferocia ma anche conquista delle menti e annichilimento dell’anima. Un male che teme più di ogni altra cosa l’integrità morale ed il rifiuto del compromesso vero e proprio antidoto al suo veleno: ”che cosa era peggio? Fingere di non vedere né sentire che cosa era la guerra e sopravvivere, ogni giorno con una macchia in più sull’anima, o seguire la propria coscienza e opporsi alla barbarie, sapendo di andare a morire?”