Se la Democrazia si difende

Se la Democrazia si difende

Maggio 6, 2025 0 Di beppe orlando

È lecito che in democrazia si cerchi di arginare, con mezzi diversi dal voto, l’avanzare di forze dichiaratamente antidemocratiche affermatesi però nel rispetto formale delle regole? E nel farlo la democrazia si snatura o si rafforza?

Le reazioni scomposte dell’ “internazionale sovranista” all’indomani delle conclusioni del Verfassungsshutz (Ufficio per la protezione della Costituzione tedesca ) che, dopo quattro anni di indagini condotte sul partito di estrema destra tedesco, Alternative fuer Deutschland, ne ha rivelato la natura razzista e islamofobica, e quindi fortemente antidemocratica, non sono nuove. Già nel recente passato accuse di “democrazia mascherata” sono state rivolte dalla nuova Amministrazione Usa nei confronti dell’Europa , a seguito di procedure elettorali (cartello anti-Le Pen in Francia) o provvedimenti (elezioni Presidente Romania) , adottati dalla stessa, a tutela della democrazia in quanto tale.

Al di là dell’ evidente carattere strumentale delle accuse, per l’Europa potrebbe essere questa l’occasione per affrontare davvero il problema di come difendere i nostri valori, invece che limitarsi a rispondere ribaltando le accuse. Occorre il coraggio di individuare ed ammettere il lato ”debole” delle democrazie, quello che consente a forze antidemocratiche di portare a termine “opa ostili” in grado di “svuotarle” dall’interno e che nel mio libro “Le zone franche della democrazia” individuo nell’assenza di un presidio formativo e qualitativo della nuova classe politica che, stabilendo criteri valoriali e di rappresentanza estesa, possa impedire, fin dall’inizio, la nascita di forze politiche ostili ai valori democratici o portatrici di conflitti di interesse.

L’assenza di tale presidio ha favorito l’affermarsi di una classe politica come minimo impreparata e non certo all’altezza di un mondo che cambia alla velocità della luce spinto com’è da una tecnologia sempre più dotata di vita propria (compresi i capitali), vera variabile indipendente del nostro tempo. Ma se la politica non ha i mezzi per capire e gestire il cambiamento, diventa subordinata (se non comprata o sostituita) di chi i mezzi li ha e il cambiamento lo può indirizzare a suo piacimento e non certo nell’interesse “democratico” della collettività.

Tutto questo porta all’aumento delle diseguaglianze, vero vulnus delle democrazie che o sono in grado di generare uguaglianza o non sono, e all’affermazione di partiti politici senza scrupoli , magari nati dall’oggi al domani, che cavalcando il malcontento possono, una volta conquistato il potere in modo democratico, arrivare a stravolgere l’assetto costituzionale di un paese. Queste forze le vediamo già all’opera negli Stati Uniti ed in qualche paese europeo (Ungheria e Romania ) ma stanno crescendo un po’ ovunque e sono proprio quelle che accusano l’Europa di “falsa” democrazia, come quel bue che da del cornuto all’asino….

Ma l’asino in questione, e cioè l’Europa, come può far rientrare il dentifricio ,una volta uscito, nel tubetto? tanto per usare una famosa metafora? Nel caso specifico di Alternative fuer Deutschland, si rischia di più ad escluderli dalle competizioni elettorali come dovrebbe esser fatto, dopo un’indagine commissionata appositamente (ma conclusa in tempi biblici) o concedendole di “gareggiare” per conquistare il potere? Io personalmente opterei per l’esclusione, così come suonerei la campana, prima che sia troppo tardi, a quei paesi che non rispettano la carta dei valori europei. È ora che l’Europa dia un segnale forte in questo senso. In gioco c’è molto di più del potere.