I giorni di Vetro – un libro di Nicoletta Verna

I giorni di Vetro – un libro di Nicoletta Verna

Luglio 14, 2024 0 Di beppe orlando

Come dice l’omonima canzone, la Storia siamo noi. La Storia grande inverata da quelle piccole, figlie a loro volta di odi e di amori, di fedeltà agli ideali e di tradimenti, come in questo intenso racconto ambientato in Emilia Romagna durante il Fascismo, intriso di una violenza e di un coraggio ai limiti dell’umano e raccontato magistralmente da una scrittura ricca che attingendo alla tradizione ne aumenta il realismo.

I giorni di Vetro sono i giorni in cui la Storia sembra avvitarsi tragicamente   su se stessa e gli uomini dare il peggio ed il meglio di sé, in un corto circuito di violenza, strumento al servizio, inevitabilmente, sia del male che del bene: “Tutto questo non ha a che fare con la vita e però, in fondo, nemmeno con la morte, per come la conosciamo. Non ha a che fare con niente. È un momento sospeso destinato a finire, e solo allora i superstiti potranno cercare di dargli un senso”.

Diversi sono i protagonisti di questo racconto, veri e propri punti cardinali di un’umanità travolta dal furore ideologico del Fascismo e dalla Guerra, ma su tutti spicca la Redenta, nata per sortilegio del diavolo, un personaggio unico che ha il respiro senza tempo della mitologia e lo sguardo  universale della Storia: “Forse ero diventata anch’io mezza morta e mezza viva, e adesso per miracolo scorgevo tutto il bello e il brutto, il male e il bene, la fame, l’ignoranza, la pietà e la matteria degli uomini, chiari e nitidi. E mi accorgevo che tutte queste cose non erano giuste né sbagliate, importanti né guaste. Succedevano e basta, senza un perché preciso. E non erano da capire, solo da accettare..”

L’autrice ci regala pagine e personaggi indimenticabili che ci parlano e ci interrogano senza infingimenti sul rapporto dell’uomo con se stesso e con le proprie scelte di fronte agli eventi ed alla violenza della Storia: “ ..il bene non sta esattamente dov’è istintivo collocarlo. Il bene a volte è una forma contorta e tortuosa di male, e il male è necessario, è un viatico per un bene piú grande e incomprensibile..” Lo sguardo dell’autrice come quello della Redenta, suo alter ego, è quello “neutrale” della Storia. Il conflitto, inevitabilmente umano, come motore della Storia che si fa così specchio della natura umana e “manuale di istruzione” del presente e del futuro: “..La guerra ha potenziato i mezzi per dare la morte e gli strumenti per salvare la vita: sono due facce del progresso e il progresso, per sussistere, ha bisogno di cadaveri. Freschi, appetitosi cadaveri di cui cibarsi per restituire in cambio la certezza illusoria che ce ne saranno sempre meno. Il progresso si basa sulla violenza..”

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