Un Paese fuorilegge

Un Paese fuorilegge

Giugno 21, 2024 5 Di beppe orlando

L’Italia non è un Paese buono…” le parole della moglie di Satnam Sing, il bracciante, vittima del capolarato, rimasto ferito e poi lasciato morire barbaramente, evocano involontariamente altre parole diventate prima luogo comune e poi testimonianza ironica del loro contrario: “Italiani brava gente..”, quasi un ossimoro.

Ma quell’accusa, gentile nella scelta delle parole e per questo ancora più efficace, contiene in sé un’implicita domanda e un invito alla riflessione: dov’è la Legge? La norma, intesa non, o almeno non solo, come coercizione ma come strumento di responsabile, civile e in una parola: umana convivenza di una comunità. Perchè è diventato cosí facile e conveniente operare al di sopra (o al di sotto) di quella Legge che, non un organismo astratto, ma tutti noi, nella ridotta della Rappresentanza, ci siamo dati? Cos’è che non ha funzionato?

Perchè l’illegalità viene accettata e a volte brandita al punto di trasformarla in lecita consuetudine, quasi una norma contro? All’interno e all’ombra della Legge ne abbiamo cosí allevata e nutrita, un’altra, uguale e contraria, come in uno specchio deformato: la violazione impunita della norma che si fa norma a sua volta, quasi un diritto di sopravvivenza, contro l’ingiustizia della Giustizia.

Èd è in questa torsione, tollerata, stimolata per convenienza politica e diventata il prezzo da pagare per il consenso, che si annida la vera Ingiustizia, madre di tutte le diseguaglianze. Le diseguaglianze che ci fanno tutti più poveri, più incattiviti e più refrattari alla Legge in un circolo vizioso e perverso che solo la Politica, quella con la maiuscola, quella che si è persa, può fermare prima che sia troppo tardi.

Eccolo il vero problema.