Un Paese fuorilegge
“L’Italia non è un Paese buono…” le parole della moglie di Satnam Sing, il bracciante, vittima del capolarato, rimasto ferito e poi lasciato morire barbaramente, evocano involontariamente altre parole diventate prima luogo comune e poi testimonianza ironica del loro contrario: “Italiani brava gente..”, quasi un ossimoro.
Ma quell’accusa, gentile nella scelta delle parole e per questo ancora più efficace, contiene in sé un’implicita domanda e un invito alla riflessione: dov’è la Legge? La norma, intesa non, o almeno non solo, come coercizione ma come strumento di responsabile, civile e in una parola: umana convivenza di una comunità. Perchè è diventato cosí facile e conveniente operare al di sopra (o al di sotto) di quella Legge che, non un organismo astratto, ma tutti noi, nella ridotta della Rappresentanza, ci siamo dati? Cos’è che non ha funzionato?
Perchè l’illegalità viene accettata e a volte brandita al punto di trasformarla in lecita consuetudine, quasi una norma contro? All’interno e all’ombra della Legge ne abbiamo cosí allevata e nutrita, un’altra, uguale e contraria, come in uno specchio deformato: la violazione impunita della norma che si fa norma a sua volta, quasi un diritto di sopravvivenza, contro l’ingiustizia della Giustizia.
Èd è in questa torsione, tollerata, stimolata per convenienza politica e diventata il prezzo da pagare per il consenso, che si annida la vera Ingiustizia, madre di tutte le diseguaglianze. Le diseguaglianze che ci fanno tutti più poveri, più incattiviti e più refrattari alla Legge in un circolo vizioso e perverso che solo la Politica, quella con la maiuscola, quella che si è persa, può fermare prima che sia troppo tardi.
Eccolo il vero problema.
È una vita che sento parlare di sfruttamento, caporalato in tutte le regioni meridionali e anche più in su………provvedimenti seri ZERO fino all’ipocrisia per la prossima morte annunciata, come per gli incidenti sul lavoro..
Mi viene da piangere su questa Italia…
Una politica gelosa della propria sovranità si ritira da larghe parti del territorio regalandole alla criminalità. Zone franche dalla legalità.
Grazie per il tuo commemto
Caro Beppe il problema che hai sollevato è enorme..Questa morte tragica è la punta di un iceberg di situazioni di sfruttamento che sono conosciute e nascoste per vergognose connivenze .Il problema è duplice.In primo luogo la dignità umana calpestata .Ci si indigna veramente o (quello che temo)siamo assuefatti a vedere come”normale”situazioni di sfruttamento?Quanto siamo consapevoli e quanta empatia proviamo per le sofferenze di queste persone? Quanto siamo disposti a denunciare queste situazioni?Il mio timore è la mancata presa di coscienza come se fossimo assuefatti e quasi infastiditi di fronte a queste situazioni.Il problema e’pero’ anche e soprattutto politico.Ogginil Fatto quotidiano pubblica un articolo interessante che spiega come lo sfruttamento parta da lontano (in India e in Bangladesh)dove l’immigrazione è in mano ad agenzie o intermediari che lucrano sulla disperazione di questi poveretti .Per entrare in Italia il meccanismo e scontato e cioè bisogna pagare (e non poco).Entri cone lavoratore stagionale e poi (come da prassi)diventi clandestino(e sfruttato in regime di semi schiavitu’)Il problema è
che la legge Bossi Fini fa acqua da tutte le parti perché se si prevede un flusso di tot immigrati all’anno,si stabilisce anche che l’azienda o ditta che assume il lavoratore abbia un contatto con quest’ ultimo all’estero(cosa che non avviene ovviamente perché nella quasi totalità non si conoscono)..Non ci sono controlli sul rispetto della normativa e non ci sono sufficienti controlli.Ci sono ispettori del lavoro o ci sono aggiramenti “all’italiana”?
I sindacati hanno il coraggio di essere più presenti?ILa parola d’ordine è massimizzazione del profitto e riduzione dei costi:un mantra che si ripete non solo nei campi ma dappertutto..
C’è la volontà di fare delle leggi che puniscano in modo pesante queste situazioni? C’è la possibilità che siano applicate senza aggiramenti,condoni o prescrizioni?
Sembrano delle ovvietà ma in Italia sembra difficile..
Stiamo regredendo e stiamo perdendo la capacità di inorridirci di fronte alla disumanità. La regola principe sta diventando quella di farsi i fatti propri, per paura o per convenienze di piccolo cabotaggio. Tempi bui ci aspettano purtroppo se non ci svegliamo…
Grazie come sempre del tuo intervento.