
Una notte a New York – un film di Christy Hall con Sean Penn e Dakota Johnson
Mentre in “Taxi Driver” l’auto gialla conduce il protagonista negli inferi di una città decadente e violenta, in “ Una notte a New York”, diventa quasi un luogo dell’anima, metafora di un viaggio intimista reso possibile solo chiudendo fuori il mondo. Un viaggio la cui destinazione finale si rivelerà essere, non tanto il ritorno a casa quanto lo svelamento della verità o meglio delle verità nascoste sotto il tappeto delle apparenze.
Lei, giovane e bellissima, atterra a New York e all’uscita dell’Aeroporto entra nel primo taxi disponibile. All’inizio , in un’ atmosfera carica di una complicità mista a pudore, sono il silenzio e gli sguardi a parlare, come se il primo preparasse il terreno ai secondi prima di uscire di scena. Scena che ad un certo punto si prende decisamente l’autista (un Sean Penn che non delude mai) che condurrà da quel momento e con un fare ambiguo , quasi a metterne in dubbio le intenzioni, un dialogo che , se in avvio preferisce esercitarsi con argomenti neutri, quasi a prepare il vero e successivo terreno di scontro/incontro, approda poi decisamente e provocatoriamente verso lidi personalissimi fino a svelare un’intimità passionale e segretamente dolorosa.
Domina su tutto una tensione, non priva di erotismo, capace di condurre lo spettatore su di un crinale sfuggente e incerto come il confine tra verità e finzione. Un dualismo che è centrale nel film, sottolineato splendidamente da quel continuo incrocio di sguardi che quel confine sembrano sempre sul punto di superare. Un confine che però e per fortuna del film, rimarrà tale fino alla fine quasi a rimarcarne l’inevitabile e irrisolto connubio.
Un film controcorrente che parlandoci del paradosso di una solitudine figlia della modernità tecnologica e iper connessa ci invita ad un passo indietro, dall’eco quasi primordiale, alla riscoperta della parola parlata, del dialogo come scoperta dell’altro e conoscenza di sé.
Disponibile su Prime Video
Caro Beppe grazie per il tuo bellissimo commento e grazie per avermi dato lo spunto per vedere questo film che altrimenti mi sarebbe sfuggito.
È un film insolito e originale perché è basato unicamente sul dialogo e con un’introspezione via via crescente che prende degli sviluppi inaspettati .Due sconosciuti che mettono a confronto le proprie fragilità e dove viene rappresentata una metafora della solitudine con mille sfaccettature.Una sceneggiatura coraggiosa dove è evidente la mano femminile e con gli attori che danno il meglio di se stessi .Sean Penn è perfetto nel ruolo e in fondo recita un po’ se stesso:una persona fuori dal coro e in conflitto con il mondo hollywoodiano ,dove riesce a fondere l’anima “vissuta” e a tratti un po’ da canaglia con un’immagine di (apparente)distacco ma nello stesso tempo carica di forte introspezione.Nessuno come lui personalizza i ruoli che interpreta.Mai banale,e sempre affascinante.Dakota Johnson oltre che bellissima è anche brava.Un film che viene da pensare sia costato pochissimo perché tutto girato all’ interno di un auto e che si può credere che sia noioso.Invece è esattamente tutto il contrario e non ci sono momenti di pausa o di banalità e di situazioni scontate compreso il finale che si sarebbe potuto immaginare diverso..
E invece si lasciano con una situazione per certi versi irrisolta.Un’esperienza unica per entrambi e dove sapevano che non ci sarebbe stato un seguito..
Grazie ancora per la presentazione perfetta e per la segnalazione..!
Hai ragione, è un film insolito come insolito è stato lasciare la sala soddisfatti per aver “ascoltato”, più che visto, un lungometraggio, segno che è la parola a stimolare l’immaginazione ancor più delle immagini.
Grazie come sempre dei tuoi “ricchi” commenti.