
Poco Mattarella
Forse era inevitabile e tutto sommato costituzionalmente corretto. Forse, semplicemente, eravamo bene (o male..) abituati, sicuri che un certo automatismo della “moral suasion” del Presidente della Repubblica, si sarebbe manifestato ad ogni tentativo di forzare le regole e svilire la costituzione.
Come diceva la regina del giallo, un’indizio rimane un’indizio, due diventano una coincidenza, ma tre rappresentano una prova: – elezione presidenti parlamento – decretazione d’urgenza sulle Ong – autonomia differenziata : tre esiti che non hanno trovato alcun freno nel Presidente della Repubblica, come, forse, era lecito attendersi.
In questi ultimi anni (decenni) la Presidenza della Repubblica, ha rappresentato di fatto un argine ad ogni forzatura della Politica e soprattutto una supplenza alla distonia Rappresentanza-Governabilità, permettendo in ogni caso la formazione di governi legittimi costituzionalmente.
Non vorrei che, dopo diversi governi nati da elezioni senza vincitori, l’ avere finalmente un esecutivo corrispondente politicamente ai vincitori delle elezioni, possa essere letto come un limite ai “richiami costituzionali” della Presidenza della Repubblica: il mancato rispetto del dettato costituzionale e la mancata democrazia sostanziale non sono incompatibili con il funzionamento della “macchina democratica” che deve tradurre in governabilità la rappresentanza, e restano tali.
E’ bene sottolinearlo, soprattutto adesso che questa legislatura si appresta a recitare il “De profundis” all’attuale assetto istituzionale, per abbracciare un Ircocervo “verticistico” e “localistico” al tempo stesso, cercando di coniugare il rafforzamento dell’Esecutivo (presidenzialismo) con la riforma che più di ogni altra tende invece ad indebolirlo l’esecutivo, togliendoli potere a beneficio delle amministrazioni locali (autonomia differenziata), dimostrando così un’approssimazione ed un'”ignoranza” istituzionale da legittimare ogni timore.